Dopo l’incendio…. Cosa dire …cosa pensare…sono attonita, perplessa anche stupita. Mi domando il perché e non trovo risposte…non è proprio vero le risposte le trovo ed alcune mi fanno paura…stento a crederci : possibile che il mondo si sia risvegliato? Che dia di nuovo tanta importanza alla cultura da dare fuoco ad un teatro per farlo tacere? ….Ma il nostro era un piccolo teatro all’estrema periferia di Roma,situato in una zona dove, a dirla di molti, era meglio non venire! E allora? Possibile che un teatro di centotrentaquattro posti potesse costituire un pericolo cosi grande da giustificare un attentato incendiario? Che peso può avere il nostro lavoro nel mondo dei grandi letterati….mi sento così piccola, sono impaurita… Non credo che il motivo sia così alto, lo ritengo impossibile penso piuttosto al gesto sconsiderato di qualche folle…forse un piromane infreddolito dalla serata ghiaccia di giovedì notte! Mi viene da sorridere: orgogliosamente preferisco credere che tutto il lavoro di cinque anni sia bruciato a causa di alti valori: ideologia, pensiero, filosofia….d’altra parte invece vorrei fosse proprio un gesto fine a se stesso….che lacerante dicotomia! Il risultato non cambia: in questo momento la casa di tanti artisti non c’è più. In molti si rendono conto solo ora dell’importanza che può avere uno spazio culturale: un attore senza un palco non serve….un musicista…un cantante….il pubblico…… Ho ancora in mente le risate sonore dei bambini che giovedì mattina sono venuti a vedere spettacolo: erano così felici! Entrando, uno di loro nel foyer ha gridato ‘maestra, ma cos’è questo, il paradiso?’… c’era musica e odore di cioccolata calda ora è rimasta una porta sigillata dalla quale si sente soltanto il silenzio ed un terribile,acre odore di fumo…ho voglia di piangere…passano le ore ma continuo a chiedermi il perché… Sono certa che passerà, che il Fara Nume tornerà più bello di prima, nuovo , rifatto, diverso….già …diverso …. non sarà mai più lo stesso,una parte di me è bruciata con lui….era lo scrigno dei miei pensieri, dei miei ricordi, dei miei desideri…lui lo sapeva! Ci sarà ancora ad aspettarmi?…in questo momento non posso prendermi cura di lui, me lo impedisce un foglio di carta che ne chiude la porta. Crederà di essere stato abbandonato…vorrei gridargli il mio amore come ad un amante…non posso… Nel frattempo ho scoperto quante persone gli volevano bene: è stupido ma continuo a parlarne come se fosse…una persona…sarà pazzia? Non lo so, non capisco; so soltanto che la mattina arrivo in ufficio e trovo la fila di gente fuori pronta a pulire, imbiancare, suonare, cucinare: c’è chi fa lezione nei corridoi e chi suona il pianoforte verticale,il gran coda è bruciato, chi ascolta le notizie alla radio e chi cerca di collegarsi ad internet per comunicare con il mondo…i cellulari squillano, c’è chi ripassa un copione e chi cerca di lavare costumi per andare di nuovo in scena…all’ora di pranzo si imbandiscono tavolate infinite dove ogni tanto qualcuno si siede, prende qualcosa e poi torna a lavoro….ma la porta è ancora chiusa e dall’altra parte è solo il silenzio a parlare…. Grazie a tutti Stefania Maccari direttrice del teatro Fara Nume
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